Nome d'arte di E. Berlin, sceneggiatrice, attrice e regista statunitense. Figlia dell'attore teatrale J. Berlin, con cui a tre anni debutta sul palcoscenico, studia recitazione e si iscrive all'Università di Chicago, dove incontra M. Nichols. I due danno vita negli anni '50 a un fortunato gruppo di cabaret, che raggiunge l'apice del successo con lo spettacolo An Evening With M. Nichols and E. May, rappresentato a Broadway nel 1960. Dopo aver recitato in Luv vuol dire amore? (1967) di C. Donner, sceneggia, dirige e interpreta È ricca, la sposo, l'ammazzo (1971), tratto dal racconto The Green Heart di J. Ritchie. Nello stesso anno scrive la sceneggiatura di Ma che razza di amici! di O. Preminger, nel 1976 dirige Mikey and Nicky e nel 1978 guadagna la nomination all'Oscar per la collaborazione alla sceneggiatura di Il paradiso può attendere di W. Beatty e B. Henry. La sua carriera di regista subisce un arresto con il fallimentare Ishtar (1987), mentre prosegue quella di sceneggiatrice con i film di M. Nichols Piume di struzzo (1996) e I colori della vittoria (1998), quest'ultimo candidato all'Oscar per la miglior sceneggiatura.